STREET SPORT ITALIA - DAL 2012 SUL CAMPO

La storia dello Street Soccer

Cosa leggerai in questo articolo

Lo Street Soccer, meglio conosciuto come “calcio in gabbia” rappresenta ormai uno degli sport più amati dagli appassionati del pallone e non solo, sempre più coinvolti in questa disciplina dinamica, divertente e originale. La possibilità di cimentarsi in prodezze e trick di ogni tipo, unita a una velocità e giocabilità fuori dal comune, rendono lo street soccer uno sport unico nel suo genere, adatto a tutte le età, in grado di coniugare l’aspetto ludico con un’intensa attività fisica.

Per risalire alle sue origini dobbiamo fare un grande passo indietro per poi tornare ai tempi più recenti nei quali lo street soccer ha trovato la sua massima diffusione in un modo del tutto inaspettato.

Come nasce lo Street Soccer

In principio fu il Jorky Ball. Nato intorno alla fine degli anni 80 in Francia, questo sport fu presentato durante i Mondiali di Italia 90 per poi diffondersi in tutta Europa. Per le sue regole e caratteristiche distintive, il Jorky Ball viene comunemente chiamato anche calcio a 2 e può essere considerato un mix tra il calcio a 5, lo squash e il recente padel tennis. La sua peculiarità principale è rappresentata dall’assenza di falli di fondo e laterali, essendo il campo completamente circondato da barriere.

Dopo il successo iniziale, lo sport è finito gradualmente nel dimenticatoio e, almeno in Italia, trovare una struttura in grado di offrire questa disciplina divenne praticamente impossibile.

A dare nuova linfa al così detto “calcio in gabbia”, ci ha pensato involontariamente il gigante sportivo Nike. L’anno è il 2002 e l’universo calciofilo è pronto ad assistere ai Mondiali di Giappone e Corea del Sud. Per questa occasione, il marchio statunitense manda in onda uno spot destinato a rimanere nella storia e nel cuore di tutti gli sportivi, in un periodo in cui i brand globali facevano letteralmente a gara nel realizzare la pubblicità più bella e appassionante in circolazione, producendo dei veri e propri cortometraggi piuttosto che classiche campagne commerciali.

Sullo sfondo di una nave in stato di abbandono, Eric Cantona, già protagonista di un altro celebre spot sempre targato Nike in cui sfida un team di diavoli, organizza un torneo segreto all’interno di una gabbia fatta di metallo e catene, senza possibilità di uscirne. A sfidarsi compagini di tre giocatori, con l’obiettivo di spedire la palla all’interno di una mini porta. A comporre le squadre i più grandi campioni dell’epoca, da Ronaldo a Totti, da Roberto Carlos a Cannavaro, passando per Henry e Ronaldinho, tanto per citarne alcuni. In 30 o più secondi di totale adrenalina, gli spot ci mostrano giocate mai viste e reti incredibili, con i fenomeni pronti a irridere l’avversario per un tunnel o un colpo di tacco al volo.

Il successo di questa pubblicità fu straordinario e, da quel momento, il calcio in gabbia iniziò la sua seconda vita, con i centri sportivi e le aree ricreative che cominciarono a dotarsi di campi di street soccer, acquistati o a noleggio, vista l’enorme domanda da parte dei giovani, pronti a replicare quanto fatto dai propri beniamini.

Oggi lo street soccer è una vera e propria realtà consolidata che, nelle sue diverse varianti, continua a divertire e entusiasmare milioni di sportivi in tutto il mondo.

Come si gioca a Street Soccer

Lo street soccer, come suggerisce il nome, è molto simile nelle regole al calcio di strada. In pratica non ci sono regole. Non esistono infatti falli e vale il buon senso, se c’è, dei partecipanti, nel fermare il gioco in caso di infortunio.

Come accennato in precedenza, seguendo il solco della pubblicità della Nike, il campo, le cui dimensioni sono variabili a seconda dei partecipanti è completamente circondato da barriere perimetrali in metallo che non consentono nessuna interruzione, chiedendo quindi ai giocatori un’intensità e un’adrenalina fuori dal comune, all’interno di una struttura che in tutto e per tutto assomiglia a una gabbia, essendo presente anche una rete come soffitto che non permette alla palla di uscire. L’obiettivo è ovviamente quello di fare goal, cercando di segnare dentro una porta che a mala pena riesce a contenere il pallone, e ovviamente senza portieri.

E’ possibile giocare in squadre da due o da tre, usando quindi un campo, o meglio una gabbia, con larghezza e lunghezza differenti a seconda delle occasioni. Il team vincitore sarà quello che avrò messo a segno il maggior numero di goal in un tempo determinato o se avrà raggiunto il numero di reti preventivamente indicato.

Chi avrà ottenuto la vittoria potrà rimanere in campo, in attesa di nuovi sfidanti, secondo la regola del “chi vince regna”. Per i perdenti, il rammarico e la voglia di tentare nuovamente di diventare i re della gabbia, costi quel che costi.

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